Morti sul lavoro: il Veneto dice basta - di Paolo Righetti

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Manifestazione regionale il 26 maggio scorso a Padova. Avviata la mobilitazione per la salute e la sicurezza sul lavoro, in agenda otto ore di sciopero. 

Ancora infortuni e morti sul lavoro, un forte incremento delle malattie professionali forse ancora sottostimato, in Veneto come in tutto il paese. Non sono mai fatti ineluttabili, frutto della “fatalità”. Come stiamo ripetendo da anni, sono la conseguenza del mancato rispetto delle norme, della sottovalutazione dei rischi, delle carenze nella cultura della prevenzione e nei percorsi formativi. E anche di una riduzione degli investimenti in sicurezza e nelle attività di verifica e manutenzione, di una precarietà esasperata, e di un aumento crescente e a volte insostenibile dei tempi e dei ritmi di lavoro.

Insomma c’è una responsabilità precisa anche delle imprese, perché siamo di fronte a un sistema di competizione spinta che ricerca spazi di mercato e margini di profitto attraverso una progressiva riduzione dei costi del lavoro. Determinando un peggioramento complessivo delle condizioni di lavoro, e un aumento intollerabile dei rischi per la salute e la sicurezza di chi lavora.

Gli ambiti più esposti sono quelli degli appalti e dei subappalti, delle cooperative spurie, del lavoro precario e senza tutele, dove minore è la formazione generale e specifica, e quasi sempre assente il coordinamento e il controllo sulle attività che vengono svolte, nello stesso luogo di lavoro, da lavoratori con diversi rapporti di lavoro e di aziende diverse.

“E’ ora di dire basta!”: questo è il messaggio gridato con forza dai 5mila partecipanti alla manifestazione regionale unitaria del 26 maggio scorso a Padova, indetta dopo uno stillicidio inaccettabile di morti sul lavoro e di gravi infortuni in questi primi mesi del 2018, e dopo l’ultimo episodio alle Acciaierie Venete di Padova, con un lavoratore morto dopo 24 giorni di agonia e un altro lavoratore che ancora lotta fra la vita e la morte.

E’ stata una grande e coinvolgente iniziativa a sostegno della piattaforma rivendicativa presentata alla Regione e alle rappresentanze imprenditoriali, prima tappa di un percorso di mobilitazione che prevede una campagna straordinaria di assemblee nei luoghi di lavoro, un’attenzione specifica sui temi della salute e della sicurezza in tutti i livelli contrattuali, e un pacchetto di otto ore di sciopero generale regionale.

Fra le principali richieste della piattaforma ci sono quelle di un piano straordinario di assunzioni negli Spisal delle Asl, per rafforzare le strutture e i servizi pubblici di prevenzione e controllo; l’attivazione di tavoli di approfondimento su alcuni temi specifici come l’amianto e le malattie professionali; e la definizione di procedure che garantiscano un effettivo e maggiore coinvolgimento degli Rls e Rlst da parte di tutti i soggetti istituzionali e datoriali.

La piattaforma rivendica, inoltre, il rilancio degli investimenti per la prevenzione e la manutenzione di impianti e macchinari; la certezza di percorsi informativi/formativi per tutti i lavoratori; garanzie certe su applicazioni contrattuali, e una normativa in materia di salute e sicurezza a monte delle procedure di gara, o di affidamento dei lavori, per gli appalti pubblici e privati.

Per ora la Regione ha risposto alle nostre sollecitazioni convocando tempestivamente un tavolo di confronto regionale, e assumendo la nostra piattaforma come riferimento dei lavori del tavolo. Ma qualora dal confronto non arrivino risposte certe e non vengano definiti e calendarizzati gli interventi più urgenti e importanti, si programmeranno le otto ore di sciopero già proclamate.

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