“Di terra in terra” - di Jean-René Bilongo

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Al campus Ilo di Torino la prima Assemblea nazionale migranti Flai. Le lavoratrici e lavoratori migranti avranno sempre più cittadinanza attiva in Cgil, a tutti i livelli.  

Accompagnata da un melodico tappeto acustico di frammenti di inni nazionali, con l’”Inno alla gioia” in testa e “Fratelli d’Italia” in coda, la sfilata di bandiere regionali della Flai Cgil, portate ciascuna da un lavoratore migrante afferente alle strutture territoriali, ha segnato l’avvio della prima Assemblea nazionale migranti Flai dal titolo “Di terra in terra”. Era il 6 aprile scorso a Torino, presso il campus dell’Ilo. Una scenografia suggestiva, in un luogo di alto significato simbolico, per un appuntamento di grande rilevanza per le lavoratrici e lavoratori provenienti da ogni dove e impegnati nei comparti produttivi di riferimento della Flai.

L’appuntamento ha visto la partecipazione numerosa di delegate e delegati partiti da tutte le regioni, all’insegna stessa di quelle bandiere regionali della categoria confluite in Assemblea, con le quali si è voluto esaltare il duplice senso di appartenenza dei nuovi cittadini: alla vita democratica dell’organizzazione, e al territorio in cui si lavora e si vive.

Poi gli interventi: intensi, circostanziati, puntuali e talvolta anche puntuti, orientati alla dimensione collettiva delle questioni. Istantanee di esperienze di vita lavorativa, civile e di partecipazione democratica, in un quadro ampio e variegato così come lo è il ventaglio dei comparti di riferimento della Flai. A seguire brevi interludi con lettura di poesie e filmati: il primo retrospettivo della densa attività della categoria in tema di immigrazione negli ultimi anni, e il secondo sulle angherie patite da donne migranti nel lavoro.

Appunto il lavoro: spesso, troppo spesso, segnato dallo sfruttamento, dal caporalato, da vessazioni di ogni genere, con orari particolarmente impegnativi e compensi inversamente proporzionali, difformi rispetto alle statuizioni del contratto collettivo nazionale. Soprattutto in agricoltura, ma anche negli altri comparti che vedono occupati in numero crescente i migranti: macellazione, panificazione, pesca e altro ancora. Un quadro deleterio che ha visto la Flai mobilitarsi con grande capacità di iniziativa, l’attuazione di quel modus operandi inedito del “sindacato di strada” e tante altre azioni messe in campo, il tutto culminato con la legge 199/2016 istitutiva del reato di sfruttamento.

A Torino, le delegate e delegati migranti hanno espresso la propria consapevolezza circa la portata storica, dirompente e rivoluzionaria della norma, ma pure delle difficoltà soggettive e oggettive che rendono disagevole per i migranti, imbrigliati nelle forche caudine dello sfruttamento, avvalersene compiutamente. Tanti gli spunti puntualmente raccolti dalla segretaria generale Ivana Galli nel suo intervento in forma dialogica con la segretaria nazionale Sara Palazzoli. Una modalità innovativa, anche questa, nel corso della quale Ivana Galli ha riaffermato la determinazione della Flai a continuare a implementare iniziative organizzative per una tutela sempre più qualificata e efficace delle lavoratrici e lavoratori migranti, ma anche la messa in cantiere di azioni per debellare i fenomeni dello sfruttamento e del caporalato che insidiano la dignità del lavoro e insudiciano parte delle eccellenze agroalimentari italiane.

La segretaria generale non ha indugiato a porre con forza anche il tema della sfida democratica che esige la definizione di coordinate più coraggiose: le lavoratrici e lavoratori migranti dovranno sempre più avere cittadinanza attiva in Flai. A tutti i livelli.

 

Aperta con i saluti del direttore del campus Ilo e della segretaria generale della Camera del Lavoro Metropolitana di Torino, il sipario è calato sull’Assemblea con le conclusioni di Giuseppe Massafra, segretario confederale Cgil. E’ seguita poi la prestazione scenica del Coro Moro: un gruppo musicale formato da italiani e migranti che si ispira alla contaminazione culturale per farne la sua peculiarità. Da qui l’esecuzione meticcia di “Bella Ciao” e di altri brani popolari, ripresi in coro da tutti i partecipanti, in un clima di allegria e festa. La prima Assemblea nazionale migranti Flai ha lasciato il segno. E si farà sentire lungo il percorso congressuale.

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