Un recital delle donne dello Spi di Firenze sulle lotte per le donne e contro il fascismo.

“Le sigaraie parlano – Letture liberamente tratte dai racconti delle lavoratrici”: è l’iniziativa organizzata da Spi Cgil di Firenze e dal suo Coordinamento Donne, in occasione degli 80 anni dalla Liberazione e delle iniziative del filone “Marzo mese delle donne”, che si è tenuta a Firenze, al Teatro di Rifredi, il 3 aprile scorso. I racconti delle lavoratrici della Manifattura Tabacchi sono stati letti dalle donne delle leghe Spi Cgil dei vari Quartieri della città, presentate dall’attrice Daniela Morozzi e accompagnate dal coro “Le Musiquorum”. Uno spettacolo per ricordare quelle donne, le cui lotte sono simboli di grandi conquiste sindacali e della Resistenza fiorentina.

I racconti delle “sigaraie” sono liberamente tratti da testimonianze dirette, interviste e libri sul tema. Si parte con il racconto del primo sciopero del 29 giugno del 1874, al quale aderì la quasi totalità delle sigaraie che rivendicavano l’aumento delle retribuzioni e un miglioramento delle condizioni lavorative. Era la prima volta che a Firenze avveniva un fatto del genere, che portò ad ottenere ben quattro centesimi in più ogni cento sigari.

Poi il periodo fascista, che vede le sigaraie impegnate nella diffusione della stampa clandestina per contrastare il regime, danno supporto attivo alle formazioni partigiane, anche con il contrabbando delle sigarette, trovando mille stratagemmi. La loro forza era rappresentata dalla grande unità e dal senso di giustizia. Successivamente lo sciopero del 3 marzo del 1944, che vide una adesione senza precedenti in tutte le fabbriche fiorentine.

La lotta di resistenza e la lotta di classe sono state per troppi anni raccontate partendo dal punto di vista maschile. Questo spettacolo dà voce alle donne, alla loro dignità di lavoratrici che, al pari degli uomini se non di più, hanno pagato per questo. Racconti che colpiscono nel vivo, indignano, mostrano tutta la dignità di un collettivo di genere e di classe, come si direbbe oggi.

La violenza sistematica e l’umiliazione di esser frugate in ogni orifizio, di esser ‘gnudate’ da un medico fascista che le voleva bene in salute, senza carie ai denti, con le mani “parecchio bone e belle, bianche e rosse e cicciotte”, il ritornare al lavoro subito dopo il parto, la fatica quotidiana ma anche la voglia di imparare un mestiere e migliorare la propria condizione. Erano donne forti che tramandavano gli stessi ideali alle figlie e alle sorelle minori che entravano in fabbrica, determinate, unite, instancabili, coraggiose e partigiane. Chiedevano parità salariale con gli uomini, gridavano contro la guerra, volevano “pane, latte e zucchero e …sigarette” per i compagni nascosti sui monti.

Avanti generose sigaraie; la lotta non è finita; le altre operaie vi seguiranno! Questo l’ intento dell’iniziativa: che la memoria non sia un pezzetto di nozioni nel nostro affollato cervello, ma possa essere una rinnovata voglia di giustizia, libertà e democrazia, che sia di educazione alla parità di genere e al ripudio assoluto della guerra, di tutte le guerre.