
Lotta contrattuale e campagna per il Sì nei cinque referendum: due facce della stessa medaglia.
Sciopero! Dopo le mobilitazioni dei mesi scorsi i metalmeccanici incroceranno le braccia il prossimo 28 marzo, per riaprire il tavolo della trattativa per rinnovare il contratto collettivo sulla base della piattaforma unitaria di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil.
Un rinnovo complicato, anche per ragioni legate ad un sistema macro economico in fortissima mutazione. Un rinnovo che per i metalmeccanici rappresenta un confine tra le rivendicazioni storiche (il salario, la sicurezza nei luoghi di lavoro) e le nuove prospettive del movimento delle lavoratrici e dei lavoratori (la transizione ecologica e la riduzione dell’orario di lavoro).
Una piattaforma, la nostra, che parte da tre punti chiari: aumenti certi ed esigibili sui minimi contrattuali, oltre l’inflazione, a tutela del potere d’acquisto dei salari; estensione dei diritti, contrasto alla precarietà, riduzione dell’orario di lavoro; aumento della tutela in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e negli appalti.
Una piattaforma che ha il merito di guardare la quotidianità e il futuro dell’industria metalmeccanica, oltre a tenere assieme un settore cosi eterogeneo. Una piattaforma, soprattutto, che è stata votata dalla stragrande maggioranza delle lavoratrici e dei lavoratori, puntando su un elemento centrale dell’essere soggetto di rappresentanza: la democrazia. Federmeccanica, per il momento, non ha risposto. Anzi ha fatto di peggio: ha invitato le tre organizzazioni sindacali a ritirare la piattaforma rivendicativa.
Federmeccanica ha presentato una vera e propria contropiattaforma, disconoscendo quanto già previsto nel rinnovo contrattuale del 2021, proponendo che non sia previsto alcun aumento contrattuale certo nei prossimi anni, ma tutto legato all’aumento dell’inflazione.
Abbiamo letto il testo, lo abbiamo analizzato, lo abbiamo rifiutato rispedendolo al mittente. E’ irricevibile e irresponsabile. Il rinnovo dei contratti nazionali dovrebbe avere il pregio, dal nostro punto di vista, di migliorare le condizioni dei lavoratori, non quello di aumentare ulteriormente le diseguaglianze e la distanza tra lavoro salariato e capitale.
Veniamo da sedici ore di sciopero, a cui si aggiungeranno le otto ore proclamate il prossimo 28 marzo. Scioperi e iniziative riuscite, che dimostrano la determinazione delle organizzazioni sindacali e dei lavoratori nel sostenere i contenuti della nostra piattaforma.
Nelle singole aziende, che vediamo nel nostro lavoro quotidiano, c’è forte malcontento. Allo stesso tempo c’è forte aspettativa rispetto alla piattaforma e alle rivendicazioni che abbiamo messo in campo.
Noi non ci fermeremo, sapendo bene che il contesto economico non aiuta la discussione, ma anche che in caso di mancato rinnovo del contratto collettivo la gestione delle relazioni sindacali nelle aziende del settore sarebbe molto complicata.
Siamo impegnati quotidianamente nelle assemblee con i lavoratori per spiegare nuovamente il percorso in essere, le tappe della mobilitazione e le ragioni dello sciopero. E’ necessario garantire la massima partecipazione e il coinvolgimento dei lavoratori.
Le assemblee sono anche le occasioni per mettere al centro della discussione la battaglia referendaria, con i quattro referendum sul lavoro e il quinto sulla cittadinanza. Non altra cosa rispetto alla nostra lotta per il rinnovo del contratto collettivo, ma un altro tassello importante per avere nei luoghi di lavoro più giustizia e meno diseguaglianze.
Il 28 marzo ci saranno manifestazioni regionali e provinciali. Tutti al fianco dei lavoratori metalmeccanici. Svuotiamo le fabbriche e riempiamo le piazze.