Per la Filctem Cgil si è aperta la stagione dei rinnovi contrattuali del settore dell’energia, i comparti elettrico, del gas e acqua e quello del petrolio.

Il primo dei contratti rinnovati è quello del settore elettrico, con la firma dell’ipotesi di accordo lo scorso 11 febbraio. Mentre per i settori del gas la prima convocazione è fissata al prossimo 19 marzo, e per il settore del petrolio al 26 febbraio.

Questa firma rappresenta un risultato importantissimo, non solo per la nostra categoria e i lavoratori che vivono questo contratto nazionale, ma per tutte le vertenze di rinnovo dei contratti nazionali di categoria industriale. L’intesa si è raggiunta con un ritardo di meno di due mesi sulla scadenza, superando le difficoltà sui tempi che gli scorsi rinnovi da sempre ci consegnavano.

L’accordo ha saputo mettere in evidenza e dare una soluzione alta al problema maggiormente vissuto oggi dai lavoratori, quello della perdita di potere di acquisto, andando a rinnovare per il prossimo triennio sui dati resi disponibili dall’Istat e confermando il modello delle quote di produttività di settore. Quote che, per il triennio di vigenza, saranno utili per incrementare la contrattazione di secondo livello e i premi di partecipazione e che, sulla scorta delle verifiche inflattive a fine vigenza contrattuale, saranno oggetto di stabilizzazione dentro le voci di retribuzione mensile dei minimi di categoria contrattuali.

Accanto al ragionamento sui prossimi tre anni, questa intesa nazionale ha saputo recuperare il differenziale inflattivo perso nel contratto precedente per l’aumento non previsto di questo indice, nonostante a livello nazionale non fosse stato condiviso un meccanismo contrattuale di recupero e di valorizzazione di questi differenziali. La sfida vinta è stata quella di fare pagare a queste aziende, ed ai loro risultati economici, quanto perso dai lavoratori e dalle loro retribuzioni.

L’intesa raggiunta si compone di un equilibrio profondo e affatto scontato fra la parte economica e quella normativa, alla base di questo contratto. Avendo deciso di concentrare tutti gli sforzi sul recupero economico, per la parte normativa il ragionamento è stato quello di proseguire sul percorso aperto con il vecchio contratto e di continuare a dare risposte ai giovani e alle loro condizioni lavorative, ai fragili e alle loro necessità, oltre ai capitoli propri di questo mondo su Intelligenza Artificiale e percorsi di transizione.

Si sono ridotte ulteriormente le distanze in ambito di ferie e permessi, la loro maturazione, fra chi ha anzianità di lavoro diverse, accompagnando una riduzione oraria per tutti i lavoratori a parità di salario, liberando le giornate del 2 novembre e del 24 e 31 dicembre, oggi ancora lavorative per alcuni lavoratori.

Su IA e transizioni, come per la formazione ed i rimandi legati a questi aspetti, ci saranno tavoli e luoghi di confronto aziendali dedicati. Su altri temi, come i capitoli dell’inclusività, della malattia e della conciliazione vita e lavoro, si sono migliorate le previsioni contrattuali, attraverso i miglioramenti dei periodi di comporto e l’attenzione ai lavoratori con disabilità.

Sempre per i giovani, ma con uno sguardo più generale, si è migliorato il capitolo del diritto allo studio, ricomprendendo anche i nuovi percorsi universitari e post-laurea.

Di seguito, nel dettaglio, le principali novità. Per la parte economica: il risultato complessivo dell’intesa porta ad un valore di Trattamento economico complessivo (Tec) di 312 euro, divisi fra un Trattamento economico minimo (Tem) di 290 euro sul parametro medio di settore e di 22 euro di parte normativa rinnovata e migliorata. Viene confermato il modello economico proprio di questo contratto, attraverso la previsione di quattro tranche di aumento (90 euro da aprile 2025, 65 euro da aprile 2026, 65 euro da aprile 2027 e 70, euro da ottobre 2027), con un montante complessivo di 6.928 euro. Accanto a queste tranche di aumento del salario diretto ci sono aumenti sulle voci del welfare contrattuale sui due fondi previdenziale e sanitario.

Il giudizio non può che essere di massima soddisfazione: si è rispettato il mandato delle assemblee sulla piattaforma di rinnovo, e si è saputo migliorare ulteriormente la soluzione economica e la sua declinazione anche sulle modifiche normative, sempre di avanzamento e mai di deroga o di scambio.

Ora la sfida è quella di trainare anche gli altri due rinnovi di questo settore dell’energia, il gas e acqua ed il petrolio, per costruire soluzioni proprie per entrambi i contratti, capaci di portare lo stesso livello di risposte e di soluzione a attese e bisogni dei lavoratori.

La speranza ultima, poi, soprattutto per un settore come quello dell’energia, sempre più esposto a processi di modifica e riorganizzazione e trasformazioni legati alle molte transizioni, che si possa arrivare e riunificare questi contratti, dentro un unico Ccnl.

Una sfida complicata, dentro la confederazione e dentro il sistema di rappresentanza padronale, ma che si rende sempre più urgente.