A tre anni dall’avvio del Pnrr e a 16 mesi dalla scadenza, lo stato di attuazione della Missione Salute (M6) è allarmante. Troppi progetti procedono a rilento, con lavori in ritardo nell’esecuzione o ancora fermi alla fase di progettazione.

Le poche opere completate e collaudate rendono concreto il rischio di non conseguire gli obiettivi strategici entro le scadenze previste. Particolarmente preoccupante e incerta risulta essere la situazione per la realizzazione delle Case della Comunità e degli Ospedali di Comunità: strutture strategiche per la riforma dell’assistenza territoriale.

Case della Comunità

Per quanto riguarda le Case della Comunità, risultano finanziati progetti per 1.416 strutture, per un valore complessivo di 2,8 miliardi di euro, ma a dicembre 2024 sono stati spesi solo 261 milioni, meno di un decimo dei fondi disponibili, con sole 25 opere completate e collaudate (1,8% del totale).

Osservando la fase dell’esecuzione dei lavori, emergono ritardi che riguardano più della metà dei progetti. In particolare, ci sono ritardi nell’avvio dei lavori di esecuzione di 631 strutture (44,8% del totale), a cui si aggiungono 103 Case della Comunità (7,3%) con ritardi nella fine dei lavori. I ritardi maggiori si registrano in Molise, Sardegna, Calabria e Campania, le regioni con pochi e marginali ritardi sono Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Veneto. Nessun ritardo nei lavori delle strutture della Valle d’Aosta.

Allarmante la distanza dal traguardo del collaudo per 454 progetti, ancora fermi alla fase della progettazione esecutiva, step che di fatto impedisce l’avvio dei cantieri.

Ospedali di Comunità

Non meno critica risulta la situazione degli Ospedali di Comunità, strutture sanitarie a prevalente gestione infermieristica, fondamentali per garantire le cure intermedie e la continuità assistenziale nel passaggio dall’ospedale al ritorno a casa dei pazienti. Sono stati finanziati progetti per 427 strutture, per un valore complessivo di 1,3 miliardi di euro, delle quali risultano completate e collaudate solo 10 (2,3% del totale).

L’esecuzione dei lavori presenta ritardi in oltre la metà delle opere da realizzare: in ritardo l’avvio dei lavori di esecuzione di 193 strutture (45,4%) a cui si aggiungono i ritardi nella fine dei lavori di altri 23 Ospedali di Comunità (5,4%). I ritardi maggiori nell’esecuzione dei lavori si registrano in Molise, Bolzano, Calabria e Sardegna. Nessun ritardo nei lavori delle strutture di Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia e Trento.

Preoccupano i ritardi nella fase della progettazione esecutiva per 146 strutture da realizzare. A fronte di un finanziamento complessivo di 1,3 miliardi di euro, a dicembre 2024 sono stati effettuati pagamenti per 100 milioni di euro (pari al 7,9% dei fondi).

In questo scenario allarmante, risulta difficile credere che il governo possa pensare seriamente di riuscire a terminare tutti i lavori per collaudare le strutture entro giugno 2026, data prevista per la scadenza definitiva.

Personale

Resta poi il nodo del personale. Per migliorare la qualità della vita delle persone non basta costruire strutture se non si mettono nelle condizioni di essere operative ed efficienti, con il personale necessario a garantirne il funzionamento. Un concreto intervento che migliorerebbe i tempi di attesa, riempendo il vuoto degli spot governativi o l’inconsistenza degli atti ministeriali.

Oltre ai medici di medicina generale, che la Cgil ritiene debbano progressivamente passare alle dipendenze del Ssn, per la funzionalità di Case della Comunità e Ospedali di Comunità è necessario assumere almeno 33mila unità di personale, ma non si vedono atti concreti da parte del ministero della Salute.

Per rendere effettivo il diritto alla tutela della salute, occorre adeguare l’offerta di assistenza ai bisogni della popolazione con un forte investimento nel territorio, superando divari e diseguaglianze tra le aree del Paese. Quanti ricoveri impropri si potrebbero evitare garantendo la presa in carico da parte di un’adeguata rete di assistenza territoriale? Quanta pressione sugli ospedali, a partire dagli accessi impropri nei Pronto soccorso, si potrebbe evitare?

L’attuazione della riforma dell’assistenza territoriale, con gli ingenti finanziamenti del Pnrr, è un’occasione straordinaria per migliorare la vita delle persone, ma, per non perderla, è necessario non solo presidiare scrupolosamente lo stato di avanzamento dei progetti, ma rivendicarne con forza e contrattarne nel territorio la piena realizzazione e funzionalità nel rispetto dei tempi, della qualità del lavoro e dei diritti delle persone e delle comunità.

Occorre proseguire la mobilitazione con ogni iniziativa utile a raggiungere l’obiettivo di rafforzare e rilanciare il Servizio sanitario nazionale e garantire il diritto alla salute.