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Nel 2025 celebriamo gli ottanta anni dalla Liberazione dal fascismo, presupposto della Costituzione. La Costituzione antifascista non dovrà solo essere richiamata ma difesa e applicata. La crisi del sistema capitalistico, le conseguenze delle guerre aggraveranno le condizioni materiali di milioni di persone, peseranno sull’Europa divisa, schiacciata tra nazionalismi e subalternità agli interessi Usa. E saranno dirompenti sul nostro paese, privo di adeguati investimenti pubblici e privati, di politica industriale e della dovuta redistribuzione della ricchezza.
Il governo di destra, con le sue leggi antisociali, la finanziaria classista e il Ddl sicurezza sta disegnando un altro paese, un altro Stato, prefigurando lo Stato di polizia, e ci sta avviando verso la postdemocrazia. Con l’utilizzo perverso delle nuove tecnologie, verso il fantastico mondo di controllo e repressione del Grande Fratello. La destra al potere è pericolosa, autoritaria, classista, oscurantista e razzista. E’ contro il movimento dei lavoratori e le sue rappresentanze confederali, contro il diritto di sciopero.
C’è bisogno di più lotte, più mobilitazioni, più Cgil, più sinistra. Come ci insegna la storia, lottare, ribellarsi è socialmente e politicamente giusto e necessario.
Anche per questo l’uniforme consenso bipartisan al discorso di fine anno del Presidente della Repubblica induce a una rilettura critica. Nel rispetto e riconoscimento per la rettitudine di un presidente di alto profilo, molte parti non sono condivisibili. Troppi vuoti e “omissis”, a partire dall’assordante silenzio sul massacro del popolo palestinese.
Avremmo voluto sentire la ferma condanna per quanto di orribile, disumano sta avvenendo a Gaza, con le decine di migliaia di vittime, bambini, donne e civili straziati dalle bombe del governo fascista e fondamentalista di Israele su ospedali, case, scuole e campi profughi. Dopo tre anni di guerra per procura tra Russia e Ucraina, un milione di morti e feriti, la distruzione di un paese, si sente ancora il mantra della “guerra giusta” contro il nemico russo, non ricercando il necessario negoziato per una Pace possibile e vera.
Si reclama la Pace, ma contemporaneamente si giustificano le guerre, l’aumento delle spese militari, non rispettando l’articolo 11 della Costituzione.
Un messaggio “sfuggente” anche sulla crisi del paese reale, sulle scelte del governo di destra, “satellite” della nuova presidenza Usa e dell’ultramiliardario fascistoide Musk, in alleanza coi peggiori nazionalisti, omofobi e razzisti antieuropei.
Siamo in presenza dell’attacco alla magistratura e alla libertà di informazione. Mentre dilagano povertà e precarietà si procede coi tagli all’istruzione pubblica, al Servizio sanitario nazionale, la privatizzazione dei beni pubblici. Con politiche razziste contro i migranti, deportati in Libia o lasciati morire in mare. Un programma piduista di demolizione della Costituzione con l’autonomia differenziata e il premierato. Sarà per la Cgil un anno di lotta e mobilitazione per la Pace e i diritti civili e sociali, anche con la “primavera” referendaria e i 6 Sì per abrogare la legge sull’autonomia differenziata e allargare diritti del lavoro e cittadinanza.
Non ci rassegniamo. Siamo tutte e tutti impegnati a combattere sfruttamento, egoismi, indifferenza e rassegnazione. Il paese ha bisogno della Cgil, rappresentativa e mobilitante, di partecipazione e contrattazione. Una Cgil non autoreferenziale, del libero pensiero, aperta alla società e unita e plurale.