In tre giorni sono arrivati in settemila per la terza edizione del Festival di letteratura Working Class, che questa volta aveva per sottotitolo “Prospettive”, in altre parole il futuro sia della letteratura operaia che della lotta delle indomite tute blu della ex Gkn, padroni di casa di una kermesse ricchissima di appuntamenti e di presentazioni, seguite invariabilmente da una affollatissima platea in buona parte giovanile. Under 30 che hanno animato anche il lungo corteo arrivato al Circolo Rinascita di Campi Bisenzio, per una cena collettiva allietata dal concerto unplugged di Massimo Zamboni.

“Il festival è da sempre un momento di studio e di incontro – ha voluto ricordare il direttore artistico della rassegna Alberto Prunetti – ma anche di militanza, perché il suo futuro è legato a quello della ex Gkn”. Un futuro sempre in bilico, fra le nuove lettere di licenziamento ai 121 lavoratori superstiti, che le stanno impugnando insieme alla Fiom, e il Consorzio industriale della Piana fiorentina che potrà dare gambe al progetto operaio di reindustrializzare in chiave green lo stabilimento di via Fratelli Cervi.

Sono stati tanti gli ospiti che hanno indagato le prospettive della letteratura working class, dalla poesia operaia alla musica popolare, dall’autobiografia sociale alla critica letteraria militante, fino al racconto che arriva dai territori deindustrializzati oppure dalle zone di sacrificio, come Taranto, la cui resistenza nata attorno all’Ilva è entrata in convergenza con la lotta dell’ex Gkn.

“Le proposte che riceviamo sono tantissime – ricorda il Collettivo di Fabbrica – perché la costruzione di un immaginario working class è fondamentale per la lotta delle classi subalterne e per costruire un’alternativa alla deriva bellicista e anti-ecologista dell’economia. Per questo la proposta di un polo permanente della cultura working class entra nel nostro progetto di reindustrializzazione”.