Gentilissima signora Von der Leyen, mi permetto di rivolgermi a lei in qualità di cittadino italiano ed europeo, avendo però anche radici nella terra più contesa al momento, la Palestina. Non sono integralista, nemmeno antisemita, sono arabo, palestinese di fede cristiana, cresciuto anche attraverso studi misti cristiano-musulmani e laici. Sono 41 anni che vivo e lavoro in Italia, dove sono cresciuto e maturato attorno ai valori fondanti dell’Unione europea: la pace, la solidarietà, il diritto e la legalità internazionale.

Onorevole Von der Leyen, la mia sofferenza, la mia confusione, la mia rabbia e il mio dolore di fronte a quello che sta accadendo nella mia terra natale, la Palestina, è immenso, indescrivibile. E il suo silenzio è assordante.

Don Giuseppe Dossetti, monaco e padre costituente della nostra Repubblica, sosteneva che “in certi contesti il silenzio è complicità”. Lei vede le stragi e i massacri che si consumano a Gaza e in Cisgiordania? Cosa devono fare i palestinesi per essere ascoltati e per avere un posto nel mondo, signora Von der Leyen?

Mi permetto di chiederle come si sarebbe comportata se i palestinesi avessero ucciso circa 150mila israeliani nell’arco di un anno, se avessero ucciso 208 giornalisti, avessero distrutto l’80% di ospedali, università, centri culturali israeliani, se avessero distrutto e profanato i cimiteri e le sinagoghe. Se i palestinesi avessero raso al suolo intere città, bruciando i bambini vivi, se avessero reso 37mila bambini orfani di cui 17mila da entrambi i genitori, se avessero cancellato dai registri anagrafici dei comuni centinaia di famiglie israeliane. Se i palestinesi avessero bloccato il cibo, l’acqua e medicinali facendo morire i bambini israeliani di fame e di sete. Se i palestinesi avessero bombardato gli ospedali israeliani, i soccorritori, le ambulanze e gli operatori internazionali, se avessero bombardato le sedi dell’Onu e l’Unrwa, uccidendo gli operatori internazionali, se i palestinesi avessero ucciso in modo mirato i sanitari, i professori universitari, gli scienziati israeliani, se i palestinesi impedissero agli israeliani di seppellire i loro morti lasciandoli per la strada in uno stato di decomposizione, se i palestinesi costringessero senza la minima pietà i bambini israeliani ricoverati in ospedale a morire da soli nei letti piangendo e senza nessun parente al loro fianco e decomponendosi nello stesso posto, se i palestinesi avessero bombardato la folla affamata dei cittadini israeliani radunati attorno ai camion carichi di farina uccidendo donne, bambini e anziani, se i palestinesi avessero bloccato i camion carichi di aiuti umanitari destinati ai cittadini israeliani rovesciando i sacchi di farina per terra per non farli arrivare agli israeliani affamati, se i palestinesi organizzassero delle manifestazione per bloccare gli aiuti umanitari destinati agli israeliani affamati, se i cecchini palestinesi facessero a gara tra di loro per vedere chi può uccidere più israeliani degli altri, se i palestinesi avessero violentato e abusato di medici israeliani, malati e altri prigionieri con oggetti di metallo rovente e bastoni, a volte violentandoli a morte, se i palestinesi costringessero le donne israeliane a partorire ai posti di blocco, a subire tagli cesarei o amputazioni di gambe senza l’uso dell’anestesia, se i palestinesi costringessero decine di migliaia di israeliani alla deportazione forzata dai loro campi profughi, dai loro villaggi dopo averli distrutti, come è accaduto a Jenin, Tulkarem e a Betlemme, lei cosa avrebbe fatto?

Sicuramente accuserebbe i palestinesi di antisemitismo, nonostante essi stessi siano semiti, ed etichettati come terroristi, nonostante siano occupati militarmente da oltre 60 anni.

L’elenco potrebbe andare avanti ancora, ma questo è quello che i palestinesi in realtà vivono ogni giorno.

Vorrei ricordare a lei, onorevole Von der Leyen che i palestinesi, qualche decina di anni fa, hanno fatto entrare gli ebrei nelle loro case quando diversi paesi europei hanno cercato di assassinarli e deportarli, e quando quasi tutti gli altri li hanno respinti. I palestinesi li hanno accolti, nutriti e assistiti, ed hanno condiviso con loro la vita quotidiana.

Ma oggi, di fronte al genocidio e alla deportazione forzata del popolo palestinese a Gaza e in Cisgiordania, lei rimane in silenzio. Onorevole Von der Leyen, questa generazione mondiale finalmente ha visto e toccato con mano il terrore che sta sopportando il popolo palestinese anche per mano sua.

Onorevole Von der Leyen, io non smetterò mai di credere nei valori fondanti dell’Europa, non smetterò mai di credere nel diritto all’autodeterminazione dei popoli, compreso il popolo palestinese. Mi chiedo se lei ci crede veramente in questa Europa che rappresenta.

Una volta la storia veniva scritta dai vincitori, oggi la scrivono i popoli, gli oppressi, i giovani. Saranno loro che giudicheranno, i giovani e i popoli oppressi.

Cordialmente,

Milad Jubran Basir

giornalista italo-palestinese

(7 aprile 2025)