
A tre anni dall’aggressione russa all’Ucraina, dopo decine di migliaia di morti, milioni di profughi e sfollati, distruzione di interi territori, sembra affacciarsi l’unica soluzione che era già sul tappeto prima che la guerra scoppiasse: la trattativa diplomatica, la ricerca di un accordo tra le parti anche con i mandanti occidentali, la Nato e gli Usa. Trump mette in campo la sua logica imperiale per un confronto con la logica imperiale di Putin, emarginando l’Ucraina e l’Ue, smascherando la loro posizione di vittime e “servi sciocchi” dei disegni imperiali.
Abbiamo subito indicato le responsabilità di Putin, chi è l’aggressore e chi l’aggredito; la nostra solidarietà alle vittime e al popolo ucraino. Ma senza sottacere le responsabilità occidentali nell’“accerchiamento” della Russia.
Eravamo e siamo contro questa guerra, come contro ogni altra guerra e aggressione: Palestina, Afghanistan, Iraq, Siria, Libia, Yemen, Kurdistan, Congo, Myanmar … E’ l’orrore di un sistema di guerra, di uno scontro permanente tra potenze grandi e piccole, di un sistema militare-industriale (oltre 2.300 miliardi di dollari l’anno di spese militari) che non deriva nemmeno da uno scontro tra sistemi politico-sociali contrapposti, né – come ci raccontano – tra “democrazie” e “autocrazie” (i nostri “alleati”, per dire, sono Netanyahu, Erdogan, Al Sisi, Bolsonaro, Milei, Modi, Trump…).
Da 16 mesi le nostre coscienze sono sconvolte da quanto accade in Palestina. È difficile persino trovare le parole per descrivere l’immane massacro a Gaza, in Cisgiordania, in Libano, l’efferatezza di Hamas contro civili israeliani, la carneficina di vittime innocenti, la violenza cieca priva di qualsiasi limite, l’uccisione di migliaia di bambini, donne e uomini inermi, l’immane devastazione, l’odio che semina e riproduce odio.
Enormi sono le responsabilità dell’Occidente, a partire dalla Gran Bretagna coloniale, che ha determinato le cause del conflitto, l’ha lasciato incancrenire, l’ha alimentato per i propri interessi sulle spalle dei due popoli.
L’internazionale nera, guidata da Trump, mira ad un patto leonino con il sodale Putin, preparando nuove avventure coloniali, sotto l’egida della tecnocrazia dei miliardari Musk&c.. Sempre più lontana dagli ideali di Ventotene, l’Unione europea sembra voler esorcizzare il suo sfaldamento, spinto dagli amici di Trump, a partire da Meloni e Orban, con una postura sempre più guerrafondaia.
Il recente voto tedesco ci dice quanto forte sia l’ondata di destra. Ma anche che le politiche neoliberiste, belliciste, securitarie di socialdemocratici e centri-sinistra non sono in grado di sbarrare la strada all’ultradestra, di cui continuano ad inseguire l’agenda, solo “mitigata”.
Sono in gioco la democrazia e la ripresa di un percorso di allargamento dei diritti civili e sociali per tutte e tutti, indipendentemente dal loro passaporto. Anche per questo, la battaglia della Cgil e della società civile per il quorum e 5 Sì nei referendum è di vitale importanza, oltre il merito stesso dei quesiti.
Per la partecipazione, la democrazia, la Costituzione antifascista.