
L’11 febbraio scorso compagne e compagni di Lazio, Lombardia, Puglia, Sardegna,Toscana, Umbria e Veneto si sono ritrovati per la riunione di coordinamento nazionale di Lavoro Società in Filcams, con la presenza del referente nazionale Giacinto Botti e di Enzo Greco della segreteria della Cdlm di Milano. La riunione, parte del percorso di avvicinamento all’assemblea nazionale di Lavoro Società del 4 marzo a Milano, è stata utile a fare il punto sulla situazione politica generale e su ciò che accade in categoria.
Gli spunti di discussione sono stati tantissimi, ampliando quanto delineato nella relazione. La situazione internazionale, con l’avvento di Donald Trump negli Usa, e il conseguente rafforzamento delle forze reazionarie e fasciste, che si presentano come un corpo compatto sempre più temibile. L’Ue, priva della necessaria autonomia e incapace di incarnare i valori di pace, welfare, giustizia sociale che avrebbero dovuto costituire la sua vocazione naturale, ha virato verso un’economia di guerra basata sul riarmo. La situazione nazionale, con il governo Meloni e le sue scelte repressive e autoritarie, regressive e classiste sul piano sociale e del lavoro. I referendum e l’importanza di una campagna complicata, che ci vede tutti impegnati. La Filcams, che nella sua campagna di comunicazione “Bad work, no future” sembra riassumere i temi dei referendum, riaffermando la qualità dell’occupazione.
Ancora, la nostra aggregazione e il percorso prima e dopo l’assemblea di marzo. Fondamentale sul punto riaffermare il tema della democrazia interna alla Confederazione. Ciò che è successo in Flai al compagno Andrea Gambillara (ma anche a Perugia al compagno Vasco Cajarelli) è una ferita aperta che rappresenta un problema per tutta la Cgil, non soltanto per Lavoro Società.
Tutti gli interventi hanno parlato dei referendum: dall’impegno delle singole strutture, come raccontato da Massimo Cuomo della segreteria milanese Filcams, alla difficoltà di integrare l’attività sindacale con la campagna, come descritto da Alessandro Salvati, sempre di Milano, a come sia complesso trasmettere ai colleghi di lavoro l’importanza del lavoro sindacale e dei referendum, come hanno detto gli interventi di Vittoria Barletta di “Milano Ristorazione”, Riccardo Dentini delle farmacie speciali di Perugia, e Luigi Celentano delegato Coop di Pisa.
Diversi i temi di categoria: gli appalti, la difficoltà di procedere con le elezioni delle Rsu, le esternalizzazioni e la battaglia del sindacato per contrastarle, anche sostenendo la reinternalizzazione di servizi oggi in appalto. Ci sono poi le questioni legate al mercato del lavoro nella grande distribuzione. Infine, due temi di ampio respiro come l’emergenza climatica e l’avvento dell’intelligenza artificiale. Su questi Marco Ercoli di Aubay Italia ha svolto alcune riflessioni, che partono da una preoccupazione forte: l’inadeguatezza di politica e sindacato a proporre e imporre le regole su cui costruire un futuro migliore e meno angosciante di quello che sembra prospettarsi.
Nel suo intervento, Enzo Greco ha centrato il tema di come rappresentare il blocco sociale del lavoro dipendente, al di là del risultato referendario. La Cgil rappresenta, oggi come sempre, un argine democratico. Su questo dobbiamo fare leva per determinare la più ampia partecipazione al voto: solo grazie al protagonismo delle persone si potrà difendere la forma di democrazia figlia della Resistenza. Democrazia che deve essere pratica quotidiana anche della nostra organizzazione, che sembra aver smarrito il corretto approccio e considerare un problema ogni articolazione al dibattito, soprattutto quando assume il carattere organizzato di Lavoro Società.
Giacinto Botti, nell’ampio intervento di chiusura, ha sintetizzato il dibattito con approfondimenti utili a riassumere le idee che abbiamo maturato sulla situazione politica e sui referendum. In questa campagna dobbiamo identificare il collegamento tra la dignità del lavoro e la difesa della democrazia e della Costituzione. Il referendum è uno degli strumenti a disposizione del conflitto di classe che la Cgil porta avanti, non l’unico: dobbiamo avere un approccio impegnato e determinato, ma equilibrato nella valutazione e definizione politica.
Botti ha indicato gli obiettivi del 4 marzo: una grande assemblea, in cui riaffermeremo il nostro diritto e spazio per fare proposta programmatica nella Cgil, come aggregazione autorevole e organizzata. Gli attacchi che abbiamo subito, sia con le vicende perugine che in Flai nazionale, ci rattristano ma non ci demoralizzano. La nostra forza sta nella capacità di costruire collettivamente proposta e azione politico-sindacale.
Lavoro Società della Filcams segnerà la propria presenza e offrirà il proprio contributo, come sempre in questi anni, convinti che una sinistra sindacale in Cgil sia indispensabile. Una sinistra sindacale che sappia declinare la propria presenza, aprendosi a tutti coloro che si riconoscono in una storia comune di contributo alla nostra organizzazione e impegno per l’affermazione della democrazia, del diritto a un lavoro e a un salario giusti.