
Poco prima delle elezioni il conflitto politico in Germania si è intensificato. In centinaia di migliaia hanno manifestato e continuano a manifestare contro la destra e in particolare contro la cooperazione con la Afd, il partito dell’estrema destra. Le manifestazioni sono state innescate dalla votazione sulla politica migratoria su cui Cdu-Csu hanno votato assieme alla Afd. Finora era stata perseguita una politica di nessun coordinamento con l’Afd. Per questo il voto assieme alla Afd è stato visto come una rottura della diga.
Friedrich Merz, il candidato cancelliere dei democristiani, propone una politica migratoria molto rigorosa, che quasi non differisce da quella dell’estrema destra, giustificandola con gli omicidi di Solingen, Magdeburg e Aschaffenburg commessi da migranti. Questa politica viene sostenuta non solo dalla stragrande maggioranza dei democristiani ma anche dai liberali.
Ci sono anche voci critiche dentro il partito democristiano, in particolare per quanto riguarda il coordinamento con la Afd, tra cui la voce più prominente è quella della ex-cancelliera Merkel. Ma è una piccola minoranza. Merz adesso ha escluso ogni cooperazione con la Afd ma la rottura del tabù rimane.
La nuova strategia di Cdu-Csu non solo include una politica migratoria molto rigida ma anche un attacco allo stato sociale. Vogliono abolire il sistema dei sussidi sociali (“Bürgergeld”) e sostituirlo con un modello molto più rigido. Si richiede una svolta nella politica economica con una riforma fiscale con la quale le imposte per le imprese e per i ricchi vengono ridotte. Vengono attaccati i sindacati e il sistema tedesco delle relazioni industriali.
I liberali propongono più o meno la stessa politica.
La Afd è ancora più rigorosa per quanto riguarda la politica migratoria. Si parla pubblicamente di “remigrazione”. La Afd persegue una politica razzista facendo di immigrati e rifugiati un capro espiratorio, negando le grandi trasformazioni come il cambiamento climatico e promettendo che non c’è bisogno di cambiare.
La fine del governo “semaforo” rappresenta una perdurante incapacità di fornire risposte convincenti ai problemi più urgenti. La Germania è in una grave crisi. L’economia è in recessione. Lo stesso modello tedesco è in crisi. La sua base materiale, vale a dire un’industria fortemente orientata all’esportazione, sta crollando. Emblematici gli sviluppi dell’industria automobilistica. La crisi di Volkswagen è un segnale d’allarme. La necessaria trasformazione ecologica dell’industria è bloccata. I problemi diventeranno ancora peggiori a seguito della vittoria elettorale di Donald Trump e dei previsti ostacoli per il commercio.
C’è un gran malcontento della gente verso la politica non solo del governo, ma della politica in generale. La gente è molto preoccupata per il carovita. Molti sono insoddisfatti e guardano al futuro con preoccupazione. Politicamente, questo risentimento va fortemente a destra e all’estrema destra. Non sorprende che, secondo i sondaggi, la Afd sia in crescita nelle elezioni del 23 febbraio, con circa il 20%. I democristiani vincerebbero le elezioni con un previsto 30%.
La Spd invece oscilla intorno al 15%. Ciononostante ritiene di poter aver successo alle elezioni e ha nominato di nuovo Olaf Scholz candidato cancelliere, anche se è il più impopolare cancelliere degli ultimi anni. Anche i Verdi, con circa il 14%, sono molto lontani dalle loro aspettative. I liberali oscillano intorno al 4% e temono di non essere più presenti nel Parlamento. Le grandi manifestazioni non hanno avuto grande effetto sui sondaggi, né per la Cdu-Csu né per Afd.
La sinistra propone un programma elettorale completamente diverso, con una riforma fiscale che tassi i più i ricchi e richiedendo una politica migratoria umana che si differenzia totalmente della politica di Afd e di Cdu/Csu. Al centro, però, stanno misure per la riduzione del costo della vita, in particolare dei costi degli alloggi.
La sinistra è ancora abbastanza debole. Tuttavia, Die Linke è attualmente in crescita. Per molto tempo le previsioni erano nettamente inferiori al 5%. Adesso il necessario 5% appare raggiunto. L’Alleanza per Sahra Wagenknecht (Bsw), invece, è in forte calo. Dopo il trionfo nelle elezioni nella Germania dell’est, anche a scapito della Linke, e dopo previsioni promettenti per le elezioni politiche, la Bsw rischia di non entrare nel Parlamento.
La situazione rimane complicata. Sarà difficile formare una coalizione di governo. Una coalizione tra democristiani e verdi, come vuole una gran parte dei democristiani, viene esclusa da parte della Csu, i democristiani bavaresi. I liberali, se entreranno in Parlamento, vogliono una coalizione “Germania”, cioè una coalizione tra loro, Cdu-Csu e Spd che però è molto improbabile. Rimane una grande coalizione tra democristiani e socialdemocratici, che però per i socialdemocratici è abbastanza difficile date le posizioni politiche dei democristiani.
(10 febbraio 2025)