A Milano il terzo incontro della rete Elide. Un ruolo attivo e propositivo della Cgil.

Il 24 gennaio scorso si è tenuto, a Milano, il terzo incontro della rete Elide, promossa tre anni fa dagli assessori al welfare di Milano, Torino, Bologna, Napoli, Roma città metropolitana e Bari, con lo scopo di innovare le politiche sulle droghe. A questo incontro erano presenti anche Roma capitale, Padova e Francavilla Fontana. Titolo dell’incontro: “Ripensare le politiche sulle droghe: città, buone pratiche e innovazioni necessarie”.

La rete, infatti, si è data l’obiettivo di accrescere il ruolo delle città nel governo delle politiche sanitarie, sociali, sociosanitarie legate al consumo di sostanze, promuovendo politiche innovative di regolazione sociale e riduzione del danno. Le politiche che la Cgil sostiene da tempo, nell’ottica di governare e non punire. Soprattutto alla luce delle dichiarazioni dell’attuale governo in tema di droghe e dei provvedimenti presi, in ultimo la modifica del codice della strada.

Parlare di politiche sulle droghe significa parlare di diritti. Alla salute, al benessere, all’autodeterminazione. Oggi l’uso di sostanze è diffuso, normalizzato, ed è sbagliato parlarne solo in termini di disagio, marginalità, dipendenza.

La guerra alla droga ha fallito, sono fondamentali le politiche di Riduzione del danno (RdD), quelle che il governo oggi evita anche solo di nominare. RdD che non è un servizio, ma una visione politica, relativa a pratiche e servizi, che trova fondamento sui saperi delle persone che usano sostanze e sui saperi degli operatori.

Serve un grande lavoro culturale, il lavoro che molte realtà nei territori stanno portando avanti, con tutte le difficoltà legate alla stabilità dei rapporti con la committenza, degli accreditamenti, dei finanziamenti: e questa legge di bilancio riduce le risorse per i servizi sanitari e sociosanitari. Servono servizi di prossimità, serve sviluppare pratiche che hanno dimostrato sicura efficacia in questi anni, come il drug checking e le stanze del consumo. Serve rafforzare e finanziare il servizio pubblico, le politiche sanitarie, sociosanitarie, sociali.

Per questo è importante il ruolo che può avere la rete Elide: sostanziare le politiche delle città, con un percorso partecipativo, in direzione di processi di inclusione, di promozione sociale. Politiche urbane, dei servizi, che tengano insieme i diritti di tutte le persone, compreso il diritto al benessere, alla socialità, che tengano conto dei bisogni e dei desideri di tutte e tutti, a prescindere dagli stili e dalle scelte di vita. Città inclusive, accoglienti, in cui nessuno è marginale ed escluso. Forse il modo più efficace per rispondere ai vari decreti rave, Caivano, alle zone rosse.

Ricordiamolo: abbiamo un governo che con le modifiche al codice della strada, contro le quali davvero dobbiamo continuare a mobilitarci, punisce l’uso di sostanze, già depenalizzato, punisce con pene spropositate comportamenti personali anche quando del tutto privi di conseguenze, pene che hanno ricadute pesantissime sulla vita di persone che non hanno commesso reati.

Insomma, la politica continua a ragionare in maniera assolutamente ideologica e biecamente repressiva.

La guerra va fatta al narcotraffico, non alle persone. Oggi, anche l’Alto Commissario delle Nazioni Unite ha invitato i leader mondiali a considerare l’uso di droghe un problema sanitario, affermando che la guerra alla droga ha fallito completamente e totalmente, che le politiche punitive non hanno ridotto i consumi ma hanno esacerbato i danni causati alla società, e che dare priorità alle persone rispetto alle sanzioni salva più vite.

Serve davvero un cambio di passo. Importanti le iniziative dal basso, le risposte che i territori possono dare. Abbiamo bisogno di creare aree di convergenza culturale, sociale, politica, forme di collaborazione, cooperazione, condivisione, che, nel rispetto delle differenze, delle specificità, favoriscano la ricomposizione della complessità di persone e contesti all’interno di valori condivisi.

Le città, le politiche delle città, sono determinanti. E’ nelle città, nei territori, che concretamente si manifestano i bisogni e si declinano le risposte. Alcuni strumenti li abbiamo a partire dal budget di salute, e sono importanti la contrattazione sociale territoriale e i piani di zona. Le città sono, e devono essere, il luogo dell’intersezionalità: generi, diritti, politiche sociali. Con una grande attenzione al protagonismo delle persone. Intersezionalità che tiene insieme i diritti di tutte e tutti, quindi politiche di giustizia sociale, lotta allo stigma, valorizzazione di pratiche basate su autodeterminazione consapevole, empowerment. Sono necessarie azioni incentrate sui diritti umani, in contrapposizione al controllo sociale, alla patologizzazione e alla criminalizzazione di certi comportamenti.

In questo quadro la nostra organizzazione deve essere protagonista nelle città e nei territori per promuovere l’approccio portato avanti della rete Elide. In primo luogo, attraverso la propria azione nei luoghi di lavoro. Il delegato sociale è figura fondamentale per poter far fare alla Cgil un passo in avanti in questa direzione. Il delegato sociale è antenna dei bisogni e facilitatore che consente di far emergere le difficoltà e le forme di disagio che attraversano le dinamiche di lavoro e di vita delle lavoratrici e dei lavoratori.

Nell’affrontare il tema del consumo delle sostanze, così come quelle del consumo di alcool e del gioco d’azzardo, il delegato sociale impara ad affrontare le questioni senza pregiudizi, stando lontano dai luoghi comuni, costruendo pensiero e pratiche di inclusione. Sa come muoversi quando il consumo diventa problematico e mette a rischio la salute e il rapporto di lavoro del lavoratore. E’ quindi un connettore, perché si rapporta con i servizi sulle dipendenze del territorio e con le tante esperienze di associazionismo e del privato sociale che si occupano di questi temi. Il delegato sociale promuove l’inchiesta sociale come strumento per relazionarsi con i lavoratori, comprenderne i bisogni e costruire piattaforme sociale.

In questa direzione si pone l’inchiesta che si sta progettando a Milano per analizzare le connessioni tra condizioni di lavoro, condizioni di vita, accesso alle cure e stili di vita, compreso il consumo di sostanze. Il delegato sociale, inoltre, promuove pratiche contrattuali inclusive, ponendosi come promotore di salute. In questo quadro dedica ore di assemblea ai temi del consumo di sostanze e della riduzione del danno. Propone all’azienda di far propri questi temi, in una logica di prevenzione, costruendo momenti formativi con operatori ed esperti. Nella contrattazione di secondo livello prova ad inserire forme di supporto, di relazione ed economiche, ai lavoratori che richiedono l’aspettativa non retributiva in quanto in carico ai servizi territoriali per le dipendenze.

La rete Elide accresce la propria capacità nel momento in cui è in grado di costruire una alleanza forte con i soggetti che vivono i luoghi di vita. La Cgil è alleato fondamentale per portare questi temi nei luoghi di lavoro, dove le persone passano la maggior parte della giornata.

Il ruolo del sindacato si sviluppa anche nel territorio, attraverso la contrattazione sociale territoriale. E’ necessario portare il tema del consumo delle sostanze nella programmazione sociale territoriale. Siamo ben lontani dal costruire una visione e una logica di sistema che sappia mettere insieme diritti, tutela della salute, inclusione sociale. La nostra organizzazione deve vivere i territori, deve vivere la prossimità, deve costruire reti territoriali sociali e porsi in questo modo come soggetto pienamente legittimato nei tavoli di contrattazione dei territori.

La rete Elide non può limitarsi ad essere solo rete delle città ma, con un lavoro culturale e di alleanze, deve permeare quanto accade nelle tante periferie, dove è più difficile sconfiggere la logica del pregiudizio, e l’approccio punitivo è quello più facile da narrare e praticare. Nei territori la nostra capacità di azione, di creare comunità della salute passa anche attraverso il ruolo della tutela individuale. I nostri operatori dei servizi e le Leghe dei pensionati sono fondamentali antenne territoriali, e possono essere a loro volta moltiplicatori di pratiche di inclusione e di tutela della salute: formarli e orientarli su questi temi diventa centrale nella nostra strategia di azione.

Il contesto esterno va drammaticamente in un’altra direzione, a partire dalla narrazione realmente tossica di questo governo sulla guerra alle droghe. Una politica che fa sì la guerra ma alle tante persone che si vedono tagliati i servizi territoriali e alle quali l’unica risposta data è quella punitiva e del controllo sociale. Nulla, se non retorica e pura ideologia repressiva, possiamo aspettarci dalla prossima conferenza governativa sulle droghe che si terrà il 7 e l’8 novembre prossimi.

La nostra organizzazione, quindi, sosterrà le amministrazioni locali che fanno parte della rete Elide. Lo farà con il pensiero, ma anche con l’azione, chiedendo ai singoli Comuni di riconoscere e di ricomporre in una visione di sistema quanto il sindacato fa nei luoghi di lavoro, attraverso i delegati, la contrattazione e laddove necessario il conflitto, e nei territori attraverso la contrattazione sociale territoriale.