Un voto per la democrazia, il rinnovo contrattuale, la piena tutela degli stipendi.

Lo scorso 21 gennaio, con la presenza della segretaria generale della Flc Cgil, Gianna Fracassi, e del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, si è svolta la conferenza stampa di avvio della campagna elettorale in vista delle elezioni per il rinnovo delle Rsu che si svolgeranno in tutte le scuole (nonché in tutti gli enti ed uffici pubblici) il 14, 15, 16 aprile prossimi.

Si tratta di un appuntamento della massima importanza poiché, solo per il settore scuola, coinvolgerà più di un milione di lavoratrici e lavoratori (oltre tre milioni considerando tutta la Pubblica amministrazione), e dalla forte valenza democratica (nella scorsa elezione ha partecipato circa l’80% degli aventi diritto).

Tutto il personale – docenti, Ata, educatori – sia con contratto a tempo indeterminato che a contratto a tempo determinato eleggerà all’interno di ogni singola scuola i propri rappresentanti che saranno i titolari delle relazioni sindacali per il prossimo triennio, e avranno il compito di definire con la controparte – che nella scuola è rappresentata dal dirigente scolastico – il contratto integrativo di scuola con cui si regolano importanti aspetti relativi alla prestazione lavorativa e alla retribuzione accessoria.

Si tratta di un ruolo indispensabile a garanzia di percorsi democratici e condivisi nei posti di lavoro, a fronte dei continui interventi politici e normativi volti – in particolare nella scuola – a limitare le prerogative sindacali e a rafforzare la gestione centralistica e autoritaria del personale.

È evidente come a questo governo (ma spesso anche ai precedenti) il faticoso percorso (iniziato al principio degli anni 2000) che ha portato alla regolazione contrattuale dei rapporti di lavoro dei pubblici dipendenti sia alquanto indigesto. Sempre più prevale la volontà di ripristinare il controllo unilaterale sul lavoro, affermando la prevalenza della legge sul contratto e snaturando il carattere democratico proprio dei luoghi pubblici della conoscenza.

Allora, votare ed eleggere i rappresentanti della Cgil in tutte le scuole è il modo più forte e diretto per resistere alla restaurazione di un modello di organizzazione del lavoro verticistico e gerarchico, particolarmente dannoso per quei luoghi di lavoro chiamati ad assicurare ai cittadini servizi pubblici indispensabili come l’istruzione.

Ma c’è anche un’ulteriore forte ragione per votare le liste della Cgil il prossimo aprile. Il voto espresso per eleggere le Rsu contribuisce (insieme al numero delle deleghe sindacali) a definire la rappresentatività dei sindacati a livello nazionale. La misura della rappresentatività è fondamentale non solo perché stabilisce quali siano i sindacati titolati a partecipare alle trattative per il rinnovo contrattuale (occorre il 5% medio tra dato associativo e dato elettorale), ma anche perché serve per validare l’eventuale sottoscrizione di un Ccnl, che è legittimamente sottoscritto se i sindacati firmatari raggiungono il 51% complessivo di rappresentatività.

Orbene, a breve dovrebbe finalmente avviarsi la trattativa per il rinnovo contrattuale “Istruzione e ricerca” 2022-24. Un contratto già scaduto, per il quale il governo ha stanziato risorse ben al di sotto dell’inflazione relativa al triennio (6% a fronte del 17%). Per un lavoratore della scuola significherebbe aumenti di 145 euro mensili rispetto ai 400 euro necessari per la piena tutela del potere d’acquisto.

Questa situazione si è già presentata nelle scorse settimane per il rinnovo del contratto del comparto Sanità e del comparto Funzioni centrali dove – anche in considerazione delle scarse risorse disponibili – il sindacato di categoria della Cgil (insieme alla Uil e ad alcune altre sigle) non ha ritenuto di poter firmare, per cui il Ccnl non ha raggiunto la maggioranza necessaria alla sua sottoscrizione (nel comparto Ministeri invece, nonostante la mancata firma di Cgil e Uil, le altre sigle – Cisl e “autonomi”- sono riuscite a raggiungere seppur di poco la maggioranza necessaria per la sottoscrizione del contratto).

Questo scenario – in assenza di ulteriori stanziamenti economici – potrebbe ripetersi anche in occasione della trattativa per il rinnovo contrattuale del comparto Istruzione e Ricerca. Alla luce di tutto ciò, il voto per le Rsu ad aprile è fondamentale perché sarà l’occasione per dare ancora più forza ad un sindacato che – come la Flc Cgil – non accetta l’impoverimento dei lavoratori della scuola imposta dal governo, e rivendica risorse aggiuntive per la piena tutela degli stipendi del personale.