Carlo ha 43 anni. Fino a qualche mese fa era dipendente di un istituto di credito: operatore di sportello. Carlo è un nome di fantasia. Purtroppo non è fantasia la lettera che lo scorso ottobre ha ricevuto dal direttore del personale: licenziamento per giusta causa per aver sottratto del denaro dai conti correnti di alcuni clienti, averlo trasferito sul proprio e prelevato nei giorni successivi. Purtroppo non sono fantasia i debiti che negli ultimi due anni Carlo ha accumulato: richieste di prestito legali, ma anche e soprattutto prestiti illeciti, da restituire, come si conviene, con interessi usurai.

Purtroppo non è fantasia il tentato suicidio di Carlo, evitato grazie al tempestivo intervento di sua moglie che ha chiamato i soccorsi appena, rientrata a casa, lo ha trovato riverso a terra. Carlo ha sviluppato una dipendenza da gioco d’azzardo: è iniziato come un divertimento, è diventato presto un bisogno ossessivo in ogni momento della giornata. Con lo smartphone bastano pochi clic. La smisurata offerta sul territorio offre occasione in ogni momento della giornata.

Carlo è una delle tante vittime di una patologia sempre più diffusa, che determina enormi danni alle condizioni sociali, economiche e di salute delle persone e delle loro famiglie.

Per tutte queste persone da oltre dodici anni diverse realtà associative hanno dato vita a “Mettiamoci in gioco”, una campagna nata per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulle reali caratteristiche del gioco d’azzardo e sulle sue drammatiche conseguenze, e per avanzare proposte di regolamentazione che contrastino le scelte scellerate operate sempre più spesso dalla politica.

Per tutte queste persone nello scorso dicembre il coordinamento lombardo della Campagna ha dato vita ad una iniziativa per denunciare quanto previsto sul gioco d’azzardo dalla legge di bilancio 2025.

In primo luogo, l’abrogazione dell’Osservatorio, istituito nel 2019 presso il ministero della Salute, per il contrasto della diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave. Un Osservatorio che, in questi anni, in un contesto di forte criticità e aumento del volume del gioco d’azzardo, ha rappresentato uno strumento importante per la conoscenza del fenomeno e per la proposta di risposte anche normative.

In secondo luogo, la cancellazione del fondo appositamente destinato alle attività di contrasto e prevenzione del gioco d’azzardo patologico, e la creazione di un apposito fondo per tutte le dipendenze patologiche. Il risultato è una riduzione delle risorse destinate al contrasto al gioco d’azzardo: da 50 milioni di euro a 32 milioni di euro.

In terzo luogo, l’ulteriore proroga delle concessioni del gioco pubblico (bingo, scommesse rete fisica, apparecchi da intrattenimento). Ancora una volta si prevede una proroga e non si procede, come ripetutamente richiesto, con l’indizione di gare. Indizione che apporterebbe all’erario un contributo assai più significativo, e permetterebbe di intervenire anche sul sistema regolatorio. Da ultimo, la previsione di una estrazione aggiuntiva settimanale dei giochi del Lotto e del Superenalotto. Invece di ridurre l’offerta, ancora una volta si aumenta.

A nulla sono serviti gli appelli e le richieste pervenute da diversi parti, compresa la mozione approvata all’unanimità dal Consiglio regionale lombardo nello scorso dicembre che impegnava il presidente della Regione e la giunta a farsi portavoce presso il governo e il Parlamento di rivedere le disposizioni in approvazione di legge di bilancio in tema di contrasto al gioco d’azzardo.

Le misure entrate nella legge di bilancio rappresentano un’ulteriore scelta compiuta ai danni delle persone più fragili e in difficoltà. Un elemento comune a tutta la legge di bilancio, contro la quale la nostra organizzazione, insieme alla Uil, ha proclamato uno sciopero generale.

I tagli ai fondi mettono in discussione i fondamentali progetti che nei territori vengono realizzati per costruire conoscenza e una cultura della prevenzione. Progetti che già vivono una situazione di difficoltà, dovendo rispondere alla logica dei bandi e alla mancata continuità dei finanziamenti. Tali criticità si sommano alle difficoltà che vivono quotidianamente i servizi pubblici per le dipendenze, a causa degli enormi tagli che da anni vengono effettuati. Le poche risorse previste in legge di bilancio non possono minimamente essere sufficienti per coprire il fabbisogno.

C’è quindi un grande bisogno di continuare e rafforzare le nostre battaglie, nei territori e a livello nazionale, costruendo reti e alleanze per costruire e rafforzare percorsi di prevenzione delle conseguenze dell’azzardo in termini economici, sociali, sanitari, e di sostegno alle persone fragili – come i tanti Carlo – che vivono la nostra umanità e quotidianamente sono sopraffatte dalle logiche di un capitalismo sempre più selvaggio e predatorio.