Il 21 dicembre scorso è stata siglata l’ipotesi d’accordo per il Ccnl del Turismo Aica-Federturismo, l’associazione datoriale dell’industria turistica. Per dirla con parole semplici e comprensibili a chi non è parte del mondo del turismo, Aica-Federturismo è l’associazione di rappresentanza delle industrie turistiche di Confindustria.
Questo era l’ultimo dei contratti del comparto del turismo ancora da sottoscrivere, un contratto importante sia perché riguarda le grandi catene alberghiere, sia perché, essendo parte del sistema di rappresentanza connesso a Confindustria, rappresenta una controparte dal valore politico prioritario. Il fatto che sia stato l’ultimo dei contratti sottoscritti ne evidenzia le difficoltà negoziali che lo hanno caratterizzato nel corso della suo sviluppo.
Questo rinnovo è parte della grande vertenza generale della Filcams Cgil sui contratti, che negli ultimi tre anni ha visto impegnata la categoria con iniziative di lotta generalizzate. Nello scorso mese di settembre si era conclusa una lunga fase estiva di mobilitazione che aveva seguito la rottura delle trattative a luglio, successiva a quella del novembre ‘23: la riuscita degli scioperi, articolati a livello territoriale, uniti alla grande volontà della categoria e alla salda unità sindacale al tavolo, hanno permesso di raggiungere l’obiettivo del contratto.
Analizziamo in dettaglio i temi principali del rinnovo.
Uno degli elementi più delicati in questa discussione contrattuale era quello relativo alla gestione delle procedure relative alle esternalizzazioni e alle internalizzazioni delle attività. Il settore del turismo e delle grandi catene alberghiere è oggetto da ormai troppi anni da processi di esternalizzazione che non sempre è possibile gestire in maniera efficace. Mancavano infatti fino ad oggi le procedure utili a riconoscere il valore della contrattazione, soprattutto quelli seguenti alla prima fase di esternalizzazione: quindi i successivi cambi di appalto che in questo rinnovo sono stati affrontati estendendo le procedure di consultazione sindacali delle cosiddette “prime esternalizzazioni” anche ai successivi trasferimenti di appalto da una impresa appaltata ad un’altra.
Sono state poi introdotte le procedure di internalizzazione degli appalti di rifacimento delle camere, pulizie, ristorazione, facchinaggio. Una novità importante perché politicamente riafferma un principio contrario a quello fino ad oggi rivendicato dalle imprese, e cioè la cessione in appalto di questi servizi.
A questi due temi se ne sono accompagnati altri come le indennità legate alla genitorialità, le procedure sulla violenza di genere con normative specifiche che prolungano e migliorano i dettati di legge, la parità di genere con l’istituzione della figura della “garante di parità” che potrà essere oggetto di confronto nelle aziende con più di 50 dipendenti, infine è stato riordinato il sistema della bilateralità con l’incremento della quota da parte delle aziende del contributo del fondo di assistenza sanitaria integrativa.
La possibilità di fare contrattazione integrativa è stata rafforzata anche grazie all’elemento economico di garanzia, che diventa cogente a sei mesi dalla presentazione delle piattaforme di rinnovo dei contratti aziendali.
Nei contratti non è importante soltanto quanto si è scritto ma anche quanto non si è concesso: nel corso della trattativa era emerso, infatti, in modo forte l’obiettivo datoriale di inserire un articolato sulla reperibilità che a nostro parere avrebbe potuto essere problematico e negativo sulle condizioni di vita delle persone. Aver saputo resistere alle pressioni dell’associazione datoriale deve essere considerato come un passaggio positivo nell’ambito del rinnovo e del giudizio su di esso. Anche sul mercato del lavoro è stato importante non modificare l’assetto attuale. Infine è stato concordato un aumento salariale di 200 euro a regime nel triennio, con due una tantum di 450 euro e 320 euro per le agenzie di viaggi.
Come detto, questo rinnovo arriva al termine di tutta la fase di rinnovi del comparto del turismo. Un comparto afflitto dalla frammentazione della rappresentanza che pone un problema grande a chi, come la Filcams Cgil in questi anni, ha puntato la propria direzione politica alla ricomposizione del mondo del lavoro, ponendo il tema delle condizioni di lavoro e della dignità dei rapporti che lo regolamentano. Quando parliamo di “umanità del lavoro” facciamo un’operazione che è certamente culturale (le parole segnano il presente e preparano il futuro), ma che soprattutto è politica: salario, diritti e contrattazione sono gli strumenti indispensabili a dare corpo a questa logica.
Come sempre adesso la parola passa alle lavoratrici e ai lavoratori. Fino al 24 gennaio sono previste le assemblee per l’approvazione della bozza di accordo. Assemblee che, è naturalmente auspicio di tutti noi, riconoscano l’impegno e il lavoro svolto, e offrano un quadro di riconoscimento importante dell’azione della Filcams Cgil all’interno della delegazione unitaria.